PERNUMIA E IL RUZANTE QUANDO SI ENTRA IN PERNUMIA

PERNUMIA E IL RUZANTE QUANDO SI ENTRA IN PERNUMIA






I N D I C E E L E N C O NATI ANNO 1963


Pernumia e il Ruzante


Quando si entra in Pernumia si nota un cartello con scritto “PAESE DEL RUZANTE”.

Da sempre la comunità si è sentita legata a questo illustre concittadino e a lui ogni anno vengono tributati “onori” con rappresentazioni e/o recite teatrali da parte di compagnie locali o regionali che hanno nel loro repertorio opere dell'autore rinascimentale.

Quest'anno poi si è svolto un simposio sulla lingua e sulle opere del Beolco. Simposia svoltosi nella suggestiva cornice di Villa Maldura e organizzato dalla Regione Veneto, dalla Provincia di Padova, dall'Università di Padova e dal Comune di Pernumia.

Riguardo la data di nascita di Angelo Beolco detto il Ruzante sussistono ancora numerosi dubbi e non è stato ancora possibile rinvenire un documento attestante una data certa che si ritiene possa essere stata intorno al 1496. E' ignoto anche il luogo di nascita, sebbene nella Prima Oratione si legga:de quigi, saìu, che se ciama dotore, perchè, se gi è igi do-tore, a' ghe son mi tre de le tore (di quelli, sapete, che si chiamano dottori, perché, se hanno due-torri, ci sono io che ho tre torri),; è al riguardo possibile che richiamasse lo stemma araldico di Pernumia, che reca, appunto, tre torri e che secondo questa interpretazione dovrebbe essere, appunto, il luogo di nascita.

Morì a Padova in casa del Cornaro il 17 marzo 1542. Una lapide commemorativa è posta nella chiesetta di San Daniele in Padova, mentre nella casa di fronte si individua il sito della residenza padovana dell'autore.

Per la cronologia delle sue opere, esistono differenti datazioni, una basata su criteri filologici, il cui più importante esponente è Ludovico Zorzi, curatore dell'unica omnia ruzantiana nei Millenni dell'Einaudi, ed una progressione semantica, rappresentata, ad esempio, da Giovanni Calendoli.

Nella critica, l'immagine di Ruzante è variata nel tempo e oggi è unanimemente considerato autore “colto”

Autore di opere teatrali, trasse per se stesso lo pseudonimo di Ruzante, dal nome di un personaggio delle sue commedie, un contadino veneto che è stato differentemente caratterizzato di opera in opera. Il nome “Ruzzante” era peraltro diffuso in un'area geografica che il Beolco frequentava: appunto Pernumia e d' ntorni.Quello di Ruzante era il ruolo che Beolco stesso interpretava nella messa in scena delle sue commedie. Unica eccezione è il Secondo Parlamento de Ruzante – Bilora in cui interpretò il ruolo dello zio Pitaro.

Le alterne fortune critiche di Ruzante si legano a due fattori. Il primo è costituito dalla difficoltà linguistica. Infatti il pavano del suo parlato è di fatto scomparso da più di due secoli e risulta inintelligibile anche ai suoi conterranei. Le riduzioni in italiano perdono lo slancio linguistico, il senso più profondo del gioco legato ai richiami più attinenti alla struttura semiotica.

Il secondo fattore ha profonde radici storiche. Il definitivo avvento della borghesia ingenerò quella che è la malattia ineliminabile della cultura italiana: il disimpegno.

Il comico italiano Dario Fo, durante il discorso pubblico nel momento in cui veniva insegnito del Premio Nobel per la Letteratura, così definiva Ruzante:

Uno straordinario teatrante della mia terra, poco conosciuto...anche in Italia. Ma che è senz'altro il più grande autore di teatro che l'Europa abbia avuto nel Rinoascimento prima ancora dell'avvento di Shakespeare. Sto parlando di Ruzante Beolco, il mio più grande maestro insieme a Molière: entrambi attori-autori, entrambi sbeffeggiati dai sommi letterati del loro tempo. Disprezzati soprattutto perché portavano il quotidiano, la gioia e la disperazione della gente comune, lipocrisia e la spocchia dei potenti, la costante ingiustizia”.



Bibliografia Essenziale


La seguente bibliografia vuole essere un orientamento rispetto alle pubblicazioni sulla fortuna scenica di Ruzante: Non tocca quindi la vasta bibliografia riguardante lìopera di Ruzante, per la quale si rinvia al repertorio contenuto in Catalogo ruzantiano, a cura di Ivano Paccagnella (Filologia Veneta, V), Padova, Esedra, 1999; per la vita di Ruzante ci si limita a segnalare il fondamentale volume di Paolo Sambin Per le biografie di Angelo Beolco, il Ruzante, e di Alvise Cornaro. Restauri di archivio, rivisti e aggiornati da Francesco Piovan, Padova, Esedra 2002. Mentre per i testi opera di riferimento rimane quella curata da Zorzi: Testo, traduzioni a fronte e note a cura di Ludovico Zorzo, Torino, Einaudi, 1967.

Fortuna scenica


Bruno Brunelli, Il ritorno di Ruzzante, in “Rivista di Studi teatrali”, 1, I, 1952, pp. 12-21

Ludovico Zorzi, Note ruzantesche: la “Moscheta”, in “Rivista di Studi Teatrali”, Gennaio-Marzo 1952

Mario Baratto, Tre studi sul teatro (Ruzante, Aretino, Goldoni), Venezia, Neri Pozza, 1964








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