LA TOSCANA E LA COOPERAZIONE CON L’AFRICA PROPOSTA

REGIONE MINISTERO AFFARI ESTERI TOSCANA ISTITUTO AGRONOMICO PER
AL LABORATORIO DI SANITÀ PUBBLICA AREA VASTA TOSCANA SUD
ALLA REGIONE TOSCANA DIREZIONE AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE

ALLEGATO C2 ALLA REGIONE TOSCANA SETTORE SPETTACOLO VIA
ASOCIACION DE JUBILADOS CAJA CASTILLA LA MANCHA LA TOSCANA
AZIENDA USL TOSCANA CENTRO PZZA SANTA MARIA NUOVA 1

L’intervento della Toscana nel continente africano è caratterizzato da un impegno molto articolato sia in termini settoriali che con riferimento al numero di Paesi coinvolti

LA TOSCANA E LA COOPERAZIONE CON L’AFRICA

Proposta per l’elaborazione delle linee strategiche di intervento


Premessa


Il contenente africano presenta una situazione fortemente diversificata fra le sue aree, non solo per gli aspetti geo-morfologici e climatici, ma, altresì, in ragione delle specificità delle varie sub aree e singoli Paesi, derivanti da vari fattori quali tradizioni, storie, condizioni sociali che hanno determinato divisioni etniche e/o religiose, veri e propri conflitti armati, diversi gradi di affidabilità di alcuni Governi nazionali nonché situazioni di non omogeneo esercizio della democrazia.

Se per la fascia di Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, vi è una situazione privilegiata per un’accelerazione dei loro processi di sviluppo, anche in ragione della condizione di prossimità con i Paesi Europei e del sostegno offerto dagli stessi programmi di integrazione promossi dall’U:E, per il resto del continente è necessario diversificare l’approccio per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, promuovendone un maggiore coinvolgimento allo sviluppo dei loro territori . Ad aree potenzialmente molto ricche dal punto di vista delle risorse naturali, si alternano interi Paesi che presentano gravi carenze di base (idriche, alimentari, sanitarie ecc.). In entrambi i casi si rende comunque necessario un apporto in termini di assistenza e di cooperazione mirata a promuovere condizioni di autosostentamento e a innescare processi di sviluppo a dimensione locale.

In ogni caso il Tavolo Africa si occupa di questa seconda macro area, in quanto la prima è di competenza del Tavolo Mediterraneo.


L’esperienza toscana


L’intervento della Toscana in Africa è stato caratterizzato da un impegno molto articolato sia in termini settoriali che con riferimento al numero di Paesi coinvolti.

Una peculiarità degli interventi è rappresentata dal coinvolgimento in numerosi progetti di solidarietà delle nostre comunità locali e dalla Chiesa cattolica, anche attraverso Comitati ovvero assistiti da organizzazioni più strutturate come Caritas e Ong. E’ frequente anche il caso del coinvolgimento diretto degli immigrati, presenti in maniera consistente in Toscana, nella progettazione degli interventi da realizzare nei loro Paesi di origine.


Tutto questo testimonia sensibilità e decisa attenzione verso la difficile situazione dell’Africa, ove milioni di persone sono quotidianamente costrette a confrontarsi con gravi problemi di sopravvivenza. Ciò avviene sia con riferimento alle zone rurali che versano in condizioni di estrema povertà e arretratezza, che alle grandi aree urbane, ove un’ampia fascia di popolazione vive in situazioni marginali e talora di forte deprivazione sia dal punto di vista alimentare che da quello igienico sanitario. Se nelle aree rurali si viene a contatto con situazioni ove il livello di povertà è fra i più alti al mondo che ne determinano un progressivo abbandono, nelle città si deve fare i conti con situazioni di rapidissimo incremento demografico, di crescita urbanistica disordinata non accompagnata da adeguate condizioni di sviluppo e, quindi dalla presenza di opportunità di lavoro. E’ evidente che in questo contesto non ci si può limitare a finalizzare gli interventi al raggiungimento di livelli minimi di sussistenza delle popolazioni, ma occorre pensare ad una strategia complessiva capace di innescare significativi processi di sviluppo.

L’esperienza fin qui maturata dai diversi soggetti toscani impegnati in progetti di cooperazione e iniziative di solidarietà dimostra, che sia che si operi in ambiente rurale o in quello urbano, vi è l’esigenza di collegare gli interventi più urgenti e vitali alla costruzione di percorsi condivisi con le Comunità locali, verificati nella loro sostenibilità e durabilità, mirati alla crescita dei cittadini, in altre parole, alla identificazione di una concreta prospettiva di sviluppo.

Importanti segnali in questa direzione ci pervengono dalla stessa Africa: la fine di alcuni conflitti (in Angola e Mozambico), l’istituzione dell’Unione Africana in sostituzione dell’OUA, l’approvazione del “New Partnership for Africa’s Development – NEPAD”, un documento di notevole importanza per lo sviluppo e la cooperazione con il continente africano. NEPAD, infatti, è un progetto ideato e messo a punto dai leader africani che consapevoli che spetterà agli africani dimostrare concretamente di essere i grado di attuare le riforme necessarie per garantire democrazia, stabilità e buon governo, chiedono non aiuti a fondo perduto ma più investimenti e un maggior accesso ai mercati “ricchi”. NEPAD non è un progetto imposto dall’alto, messo a punto dalle istituzioni internazionali o studiato dai paesi ricchi, ma una strategia africana per l’Africa.


Gli indirizzi strategici


Possiamo affermare che l’esperienza della Toscana trova piena conferma nei risultati degli studi e nelle analisi prodotte dalle grandi Organizzazioni internazionali, discusse e pubblicizzate anche in occasione di eventi mondiali sui temi dello sviluppo.

In particolare da alcuni mesi, è all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale il tema dell’Acqua quale fattore da porre al centro di qualsiasi politica che si proponga di affrontare i grandi problemi connessi con le prospettive di sviluppo del terzo e del quarto mondo.

Il fattore Acqua è certamente determinante per il futuro dell’Africa, un continente ove vive gran parte di quel miliardo di persone che oggi non ha accesso a risorse idriche sicure. Ciò determina, innanzitutto, conseguenze nefaste sulla salute dei cittadini, che aggravano gli effetti di malnutrizione e miseria, se è vero, come affermano i documenti dell’UE, che se le popolazioni africane potessero aver accesso ad acqua pura o purificata, le malattie potrebbero rapidamente ridursi del 75%. Un dato eloquente è quello fornito da qualificate Organizzazioni Internazionali, le quali hanno stimato che in Africa il 65% della popolazione rurale e il 25% di quella che vive nelle città non ha accesso all'acqua potabile.

E’ quindi evidente come una strategia di intervento che non dovesse fondarsi su un’azione ad ampio spettro a partire da questo fattore, vedrebbe attenuati i suoi effetti di promozione dello sviluppo locale a partire dal settore socio-sanitario. Non mancano a questo riguardo, significative esperienze settoriali realizzate dai diversi soggetti toscani, che se adeguatamente collegate fra loro, possono produrre migliori risultati sia in termini di sostenibilità che di durabilità nel tempo.

Possiamo quindi immaginare uno scenario della cooperazione toscana in Africa caratterizzato da progetti e azioni che abbiano come comune denominatore il fattore Acqua e, a partire da un corretto approccio al medesimo, sviluppino interventi mirati in più direzioni.


I tratti identificativi delle problema acqua in Africa possono essere sommariamente così elencati:


1.Situazioni in cui vi è carenza di acqua in assoluto (come in Africa sia sub-Sahariana che Maghrebina);

2.Situazioni in cui, a fronte di poca acqua disponibile, vi sono risorse potenziali ancora inutilizzate o mal utilizzate;

3.Situazioni in cui il problema principale è sia la cattiva distribuzione tra la popolazione delle risorse esistenti sia l'accesso ad essa;

4.Situazioni in cui vi è spreco e cattiva gestione dell'acqua


Questi possono rappresentare i punti di partenza dai quali possono poi svilupparsi le attività in diversi settori:


Non dobbiamo altresì diminuire l’impegno di tutti nei confronti della lotta e della prevenzione dell’AIDS;


ALLEGATO

(Individuazione di massima delle linee di intervento per ciascun settore)


A- Sociale A.1- Garantire e migliorare l’accesso delle popolazioni alla risorsa;

A.1.a- Raccolta e distribuzione (no acquedotti) delle acque meteoriche;

A.1.b- Realizzazione di nuovi pozzi, costituzione di imprese locali per prospezioni, individuazione, realizzazione, gestione e distribuzione;

A.1.c- Per i pozzi esistenti attività di monitoraggio sull’effettivo funzionamento e sfruttamento;

A.1.d – Interventi per la difesa del suolo per la prevenzione di eventi calamitosi per la tutela dell’economia (raccolti, bestiame, insediamenti produttivi) e delle popolazioni locali.

B- Sanitario B.1- Miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie

B.1.a- Controllo qualitativo della risorsa. Diminuzione delle patologie derivanti dall’inquinamento della risorsa

B.1.b- Aumento dei servizi igienico sanitari ed educazione sanitaria per un corretto uso della risorsa;

B.1.c- Gestione delle acque reflue, (salvaguardia dell’ambiente)

C- Sviluppo locale C.1- Razionalizzazione ed utilizzo delle risorse idriche come fattore di sviluppo

C.1.a- Attività formative sulle popolazioni locali secondo quanto descritto ai punti 1.1.a/b/c/d;

C.1.b- Miglioramento dell’utilizzo della rete fluviale come vie di trasporto e collegamento per la commercializzazione dei prodotti locali e dei servizi del territorio;

C.1.c- valorizzazione dei prodotti tipici locali

C.1.c- Attività di micro-credito per la creazione di imprese locali;

C.1.d- Ottimizzazione dell’uso della risorsa per irrigazione, allevamento e trasferimento di know-how. (collegamento con attività formative)


D- Crescita e valorizzazione del dialogo fra le comunità locali di base ed i livelli istituzionali;

D.1- Rafforzamento istituzionale delle collettività locali.

D.1.a- Rafforzare la capacità di governance delle collettività locali;

D.1.b- Sostenere presso le collettività locali le politiche di erogazione di servizi pubblici (educazione, sanità, sviluppo locale, urbanistica, infrastrutture…);

D.1.c- Offrire un supporto operativo alle collettività locali per partecipare ed accedere ai finanziamenti disponibili.





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C ROSARIO 6 2º 1ª (EDIFICIO TOSCANA) ALBACETE 02001
COMUNE DI POGGIO A CAIANO REGIONE TOSCANA IN COLLABORAZIONE


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