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DISTRETTO 2060 - ITALIA NORD EST


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ABANO TERME - MONTEGROTTO TERME

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Bollettino n° 36



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Viaggio a Roma



1-4 maggio 2008


Partecipanti: Mario Angi, Claudio Barbiero con Maria Teresa Rigodanzo, Raffaele Bottin con Giuliana Gori, Loris Camporese con Margherita Albiero e i figli Anna e Stefano, Marco Dal Pont con Annalucia Ferrari, Giandomenico Dorigo con Cristina Holler e i figli Leonardo e Giannina, Andrea Drusini, Giuseppe Ferraris con Flavia Gobbin, Gabriele Lupi con Emilia Mimma Moroni, Augusto Maetzke, Paolo Miazzi con Fabia Furlan, Franco Mioni con Anna Maria Fiocco, Maurizio Rippa Bonati con Emilia Vecchi e la figlia Ippolita, Paolo Rodighiero con Francesca Marangoni, Flavia Scarso con l’amica irlandese Kathryn Dunne Golden, Uberto Sonzogno con Maria Luisa Rossi, Marialuisa Valente, Paola Volpe con Paolo Venti, Paola Zanovello con la figlia Alice, Pietro Centanini


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Cronaca, scritta a due mani, delle lezioni all’aperto sulla “romanità” di Roma.


Paola Zanovello: Professoressa

Tutti gli altri: Scolari


Giovedì 1 maggio. Ci troviamo in stazione alle 8,45. Verifico che il giornalaio non c’è. Noi siamo al binario 1 ma un bel gruppetto è al binario 3 e ci saluta con un sorrisetto malizioso! “Avete visto Tizio… ? È già arrivato Caio con la famiglia?” Finalmente ci riuniamo e il treno arriva, ma la carrozza 7 dove sarà? All’inizio, alla fine? No. È proprio in mezzo. La partenza è sempre effervescente, si parte con tante aspettative, in allegria e pieni di energia.

Il tempo vola, per una volta anche il treno ed eccoci alla Stazione Termini dove troviamo l’autista del Pullman che ci aspetta per il trasporto in Albergo. Arriviamo dopo aver compiuto tre giri dell’isolato circostante l’Hotel: il caos metropolitano e la gentilezza dell’autista che vuole a tutti i costi portarci davanti all’ingresso contrastano tra loro. Alla fine mettiamo il piede nell’Hotel. Flavia dispensa le camere. Ci rinfreschiamo sommariamente e alla spicciolata provvediamo a sistemare lo stomaco con qualche tramezzino. Poi tutti intorno alla nostra Professoressa, che ci guida subito sul primo Colle, quello del Sindaco: il Campidoglio. La precisa lezione viene tenuta all’ombra di un palazzo, anche perché il sole è alto e forte. Tutti, ma proprio tutti sono attenti e così sarà fino alla fine del viaggio.


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davanti al Campidoglio


l’attenzione è altissima, soprattutto nelle persone fuori campo


Ci dirigiamo poi lungo il viale del Fori Imperiali. Mi torna in mente la canzone di Rascel che diceva: “t’invido turista ch’arrivi, te mbevi de fori e de scavi”, poi proseguiva dicendo “poi tutt’ad un tratto te trovi Funtana de Trevi ch’è tutta pe’ te”. Questa in effetti è un optional che non fa parte della Roma antica e noi siamo qui per la romanità di Roma. Qualcuno vedrà la celebre fontana nel poco tempo libero lasciatoci dalla nostra Professoressa.












la nostra Professoressa nell’esercizio delle sue funzioni


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A sera si va a mangiare “dar Pallaro”. Siamo all’inizio del viaggio, siamo tutti euforici e non ci chiediamo il motivo del nome del nostro ristoratore. Solo alla fine della cena, quando la richiesta di una grappa viene contraccambiata con un invito un po’ troppo esplicito ad alzarci, la cosa disturba quegli attributi che notoriamente possono rompersi. Abbandoniamo la “gentile” signora der Pallaro e a gruppetti ci dirigiamo tra la romanità più o meno godereccia. Siamo seduti al Campo dei Fiori dove sorseggiamo la grappa rifiutataci e dove uno stuolo di giovani ci offre ochette semoventi, fiori, diademi luminosi e quant’altro mente umana possa solo immaginare. Paolo Venti resta favorevolmente impressionato da un paio di occhiali dai colori sgargianti e pieni di led luminosi. Con tutta quella luce intorno non si sa bene cosa uno possa vedere, ma sicuramente sarà “ben” visto. Paola Volpe non appare convinta ma tant’è, l’affare è fatto: un paio sette euro; meglio due paia per 10. Tra qualche discorso di chimica e le considerazione sulla prima giornata arriva il momento di rincasare. Buona notte!

Venerdì 2 maggio. Rapida colazione e alle 8,50 tutti davanti all’Hotel al seguito della Professoressa. Oggi è la giornata più impegnativa. Così ci viene detto, ma i due scriventi sottovalutano il fatto. Il percorso dei fori imperiali fatto sul selciato romano sconnesso per due millenni di storia e il sole estivo confermano subito l’impegno.


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Siamo nei luoghi sacri della Roma antica. Molti sono interessati a sapere il punto preciso dove venne soffocato l’ultimo “verbo” del grande Cesare. “E’ stato pugnalato in Senato?” “No lontano da occhi indiscreti!” Ma xe posibie che ne intersa cussì tanto e disgrasie! Quelle del giorno prima non ci bastano più, vogliamo addirittura i dettagli di quelle di duemila anni fa!

Ecco dunque seguendo le fotocopie che la Professoressa ci ha dato, il Foro romano: ieri dall’alto avevamo visto la visione d’insieme, ora una volta entrati, possiamo soffermarci davanti ai singoli monumenti.







foto ricordo

( ma non per tutti! E così si perdeva la Professoressa e il funerale di Cesare!)


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L’arco di Settimio Severo ci farà sempre da riferimento perché è bello e intero! La Curia ha un pavimento bellissimo che forse stanno spazzando per la prima volta dopo l’ultimo temporale! Lapis Niger, luogo tabù perché legato all’uccisione di Romolo, il Tempio del divo Giulio, il Tempio di Antonino e Faustina, il Tempio di Vesta, la casa delle Vestali con un magnifico giardino fiorito di rose “millenarie”, la via sacra, il cosiddetto Tempio del divo Romolo, la grandiosa Basilica di Costantino e il Tempio di Venere… interdetti, ci fermiamo per lasciare passare l’imponente processione di questi nostri illustri antenati… poi ci stropicciamo gli occhi e saliamo verso il Palatino.


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la parabola della fortuna: ognuno cerchi il suo quadrifoglio









Ci accoglie un intenso profumo di zagare per le piante abbondanti lungo i viali, poi il palazzo di Tiberio, il balcone sul circo Massimo da dove era possibile avere la vista d’insieme sugli spettacoli.

Sarebbe ora di pranzo, ma un piccolo gruppo di studenti “tachenti” (i due scriventi) non abbandona la Professoressa che si dirige verso la casa di Augusto incurante del centinaio di persone che fanno la coda per entrare.

Alla fine saremo ripagati dalla visione della casa splendidamente affrescata nei modi del secondo stile pompeiano, anche se relativamente modesta, del grande imperatore. D’altra parte il guardiano, in attesa del nostro turno, ci aveva pur detto che l’imperatore Augusto è durato quarant’anni, non per niente, ma proprio per questa sua modesta signorilità.

Vuoi vedere che anche il nostro incoming durerà altrettanto alla guida del Club?


ma dai, na sistematina ea torna nova!




Sono le 14,20 quando termina il tour del mattino… e dobbiamo trovarci alle 15 per il giro pomeridiano! Ma la nostra Professoressa è competente anche in trattorie e ci porta con un rapido slalom in un bar posizionato sotto un pergolato dove ritroviamo rapidamente energie e sorriso.

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Il giro inizia dal Teatro di Marcello per poi proseguire davanti al portico di Ottavia da cui si sale verso la Sinagoga ebraica. Proseguendo scendiamo all’isola tiberina che presenta la forma allungata di una nave e che lega la sua funzione di luogo di cura alla leggenda secondo la quale il serpente, simbolo di Esculapio, debellò la peste nel 293 a.C. Costeggiamo il Lungotevere e superando il Foro Holitorio arriviamo al Foro Boario dove ci soffermiamo ad ammirare il Tempio della Fortuna Virile, attorno al cui nome alcune signore della “scolaresca” sono rimaste sghignazzanti e perplesse sul come interpretare il/la destinatario/a della fortuna stessa.

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Accanto c’è il Tempio rotondo, detto di Vesta, da cui si può ammirare l’arco di Giano verso cui ci dirigiamo. Da vicino è ancora più visibile la sua struttura quadrifronte poco comune in questo tipo di monumenti. Non manca una capatina a S. Maria in Cosmedin nel cui portico si conserva la famosa Bocca della verità.


la nave con il simbolo di Esculapio, oggi caratteristico delle farmacie

Qui nessuno ha trovato l’ardire di inserire la mano e, quasi per incanto, per il mancato coraggio di affrontare la prova, la comitiva si dissolve in piccoli gruppi che, per vie più o meno dirette, raggiungono l’albergo.

Alle 20,20 la scolaresca al gran completo si avvia per la cena. Cammin facendo recupero due rose destinate alle nostre organizzatrici. Il Ristorante Costanza è a due passi. Entriamo in fila indiana e prendiamo posto ai tavoli.

Consegno le rose tra un “tripudio” di battimani e con grande commozione di Paola e Flavia. Le foto di rito immortalano il felice momento.

Il ristorante Costanza risulterà il migliore per servizio e portate. Sarà anche l’unico dove si potrà pagare con carta di credito, elemento bancario ancora poco utilizzabile nella capitale.







anche un fiore può fare la gioia di chi lo offre e di chi lo riceve


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Sabato 3 maggio. Inizia il terzo giorno a Roma e per noi, i ripetenti, la terza fatica! Finalmente andiamo a studiare l’Area Sacra di Piazza Argentina.

Gli altri giorni quando ci passavo vicino dovevo chiudere gli occhi per non fare confusione. A dire il vero anche con gli occhi aperti faccio un po’ di fatica, non tanto a riconoscere i templi, A, B, C, D, e la loro cronologia, quanto nel collegare tutta l’Area Sacra alla Pianta del Teatro e dei Portici di Pompeo. E ancora adesso che è sera non so perché si chiami così. Speriamo che non ci sia una domanda di questo sul questionario finale! Sistemate tutte le caselle a posto, via

di filato fino all’Ara Pacis. La giornata è bella, il sole, l’arietta, tutto secondo copione. La fila si snoda lunga fino al Campo Marzio dove restiamo colpiti davanti all’Ara Pacis e più ancora dentro. Il modellino ci illustra la situazione della zona: l’horologium con quell’ombra che finisce sulle scale dell’Ara Pacis il giorno del compleanno di Augusto. Beh! Nel modellino funziona tutto! All’interno un candore domina sulle pareti bianchissime a rilievi che sembrano pulite questa mattina. Ma quale incredibile stupore quando nei sotterranei vediamo la stampa di tutti i bassorilievi colorati dal verde erba, al giallo girasole, all’azzurro cielo,…Incredibile, sono molto belli, ma noi quasi quasi ci sentiamo ingannati!

Maurizio mi chiama “Paolo, vieni che ti faccio vedere l’etimologia della mano morta” e indica poco più in la un busto di donna con una manina infantile che scivola delicatamente sul seno. Ora siamo più tranquilli, anche nell’antichità era in uso appoggiare il braccio sulla spalla lasciando che la mano penzolante potesse godere di dolci incontri. Io lo so da tempo, credetemi, con Maurizio si imparano un mucchio di cose!

Il gruppo si disfa e si ricompone ogni volta con qualche variante, d’altra parte quaranta persone non sono poche e ogni tanto Paolo è costretto all’appello. Ci dirigiamo verso Piazza Navona, incantevole e conosciuta da tutti. Ma quale sorpresa per molti di noi quando sentiamo e vediamo che questa occupa la parte centrale dello stadio di Domiziano di cui intravediamo poco lontano la porta d’accesso e lo spessore delle mura. Una massa enorme di folla ci accoglie in piazza Navona dove sembra che offrano il pranzo gratis tanta è la gente seduta nei tavoli dei caffè e intorno alla Piazza. Scappiamo di corsa verso il Pantheon senza neanche fare il giro come aveva proposto qualcuno. Non so perché è già il terzo giorno che verso l’una una buona parte di rotariani e familiari si dileguano in un amen verso i quattro punti cardinali! Che sia una improvvisa mancanza di orientamento, come se tutti cercassero la bussola? Ma forse non è la bussola che a quest’ora abbiamo perso! Buono lo spuntino davanti al Pantheon. Il ritrovo è sempre un po’ caotico, “ubi est Titius” “ vidisti Caium?” (effetto di un paio di giorni di romanità). Con il naso all’insù entriamo in questo singolare tempio dedicato a tutti gli dei dell’Olimpo. La forma circolare dalle pareti cilindriche, sormontata da una volta emisferica, con una apertura rotonda di 9 metri ci incanta. Il diametro del Tempio è di metri 43,30 ed è uguale all’altezza dell’edificio.

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Chiedo a Franco lumi sulla stabilità, ampiamente collaudata, ma sicuramente audace per l’epoca di costruzione. Da bravo ingegnere mi dimostra come oggi sia calcolabile la spinta di una simile cupola aperta al centro, ma lui stesso conviene sulla notevole intuizione per i costruttori di allora.

Abbandonato il Pantheon ci dirigiamo verso Piazza Colonna per osservare la maestosa colonna di Marco Aurelio, che ricorda nei suoi bassorilievi le vittorie che l’Imperatore aveva conseguito negli anni tra il 180 e il 193 d.C. contro le popolazioni dei Marcomanni et al.



la maestosa colonna di Marco Aurelio


A questo punto il gruppo si divide, i più resistenti si dirigono verso il Quirinale, altri al Colosseo e noi lemme lemme rientriamo all’Albergo.

Puntuali alle 20,20 siamo nuovamente in cammino verso il Ristorante Pancrazio, ricavato tra i muri dell’antico Teatro di Pompeo. La cena si presenta buona e viene consumata con la consueta allegria.

domenica 4 maggio. Ormai la gita volge al termine, ma abbiamo ancora una grossa visita da fare. Si tratta della Crypta Balbi, dove in uno spaccato di 8-9 metri ritroviamo varie fasi della storia di Roma. Mano a mano che scendo per raggiungere i livelli più bassi e quindi più antichi sento tutta

l’importanza del luogo e il peso storico che ne consegue. Scendo, scendo, scendo. Il percorso sembra non finire mai. Ad un certo momento non vedo più intorno a me i compagni di classe ma ombre che rappresentano tutto ciò che in questi giorni ho visto e intanto continuo a scendere…

Al rientro Paolo mi trova in albergo seduta sfinita sul letto. Apparentemente non vi sono sintomi di malattie, ma solo una grande stanchezza. Confidiamo in un aiuto divino seguendo devotamente la S. Messa nella Chiesa di S. Andrea della Valle con risultati apparentemente poco significativi. Per gli amanti dell’arte ricordiamo che la cupola di S. Andrea è, in altezza, seconda dopo la cupola di S. Pietro. Andiamo con Claudio e Maria Teresa verso Campo dei Fiori per un pranzetto, che dovrebbe ricaricarci. Approfittiamo per assaporare l’abbacchio, ma non le puntarelle perché siamo fuori stagione. Anche le calorie del cibo non danno i frutti sperati. Nel frattempo, quasi ci fossimo accordati, ci raggiungono altri scolari, felici ormai della fine della lectio brevis che ha chiuso il corso. Riempiono gli ultimi posti liberi all’aperto del ristorante, diretto con autorevolezza da una giovane, in passato sicuramente domatrice di tigri nel Circo Togni. Rispettosamente consumiamo, ringraziamo e paghiamo. Poi senza dare nell’occhio fuggiamo di corsa in albergo a prendere le valigie. L’appello a questo punto è d’obbligo. Siamo tutti presenti anche se mescolati come un mazzo di carte. Il viaggio di ritorno appare, ed è molto lento. Ma finalmente arriviamo a casa: freddo, caldo, brividi, mi misuro la temperatura che in breve sale e nella notte arriva oltre i 38 °C. Ma non ho altri sintomi se non stordimento e giramento di testa. L’amica del cuore da Parigi ci rassicura comunicandoci che si tratta della sindrome di Stendhal, allora capisco tutto!

In due giorni la sindrome passa, resta la gioia di un viaggio culturalmente straordinario e realizzato con tanti amici.

A tutti un caloroso grazie, Francesca e Paolo.


P.S. Sicuramente non solo non abbiamo riferito tutto quello detto nelle varie lezioni dalla nostra cara Professoressa, ma abbiamo inventato alcuni dati o notizie per sopperire alla nostra disattenzione. Chiediamo venia alla stessa e ai nostri compagni di classe, ma si sa che agli scrivani è concessa qualche licenza poetica. E soprattutto, credevamo di essere venuti in vacanza!



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TANTI AUGURI DI BUON COMPLEANNO A CHI COMPIE GLI ANNI IN MAGGIO


Marco Amato (2), Augusto Maetzke (28) e Saverio Pianalto (30)


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Notizie di segreteria



Prossimi incontri


Giovedì 15 maggio



Venerdì 23 e sabato 24


Giovedì 29

Ciclo Storico dott. Sirio Luginbuhl - L’arte tra tradizione e sperimentazione: cronache padovane dagli anni ‘50


CONGRESSO DISTRETTUALE – Confermare la presenza


Interclub con Padova Est - Diritti Umani prof. Antonino Papisca - A 60 anni dalla dichiarazione dei diritti umani. Realtà e prospettive



ROTARY INTERNATIONAL DISTRIKT 2260 DISTRIKTSKONFERANSEN PRAKTISKE
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2014 ROTARY PEACE FELLOWSHIP APPLICATION WHAT IS THE ROTARY


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